Comunicato stampa

Sperperi TAV: i lavori proseguono a ritmo accelerato mentre la politica è su Marte

Il Comitato No Tunnel TAV di Firenze denuncia come i lavori TAV nel cantiere della ex stazione Foster ai Macelli non siano per niente fermi, anzi hanno accelerato negli ultimi tempi.
Che l'opera fosse irrealizzabile se ne sono finalmente accorti Ferrovie e Governo e dichiarano che il progetto sarà accantonato; peccato, però, che nessuno abbia il coraggio di dire ufficialmente basta e fermare i lavori; se prima dell'estate i costi erano stimati in 760 milioni di euro, chissà dove sono arrivati adesso con i cantieri che pullulano di operai; è una cosa di cui le istituzioni locali e nazionali dovrebbero dar conto e spiegare perché si continuano a gettare i soldi dei contribuenti nel vento.
Il Comitato ha documentato che le opere sono in stato avanzato, come dimostrano le foto allegate; nella parte visibile del cantiere (solo il 20% del totale) si vedono bene le strutture portanti del primo solaio previsto, che dovrebbero servire anche al contenimento delle paratie laterali.
Nel piccolo pezzo di cantiere visibile si sono potuti contare circa venti operai al lavoro, cosa che negli anni passati non si era mai verificata. La cosa suona ancora più grottesca se si pensa a quanto siano rallentati i cantieri della tranvia che invece non parrebbe avere nessun stop: dove non si deve costruire nulla i lavori fervono alacremente, dove sarebbe opportuno liberare la città da cantieri devastanti per la mobilità si va al rallentatore.
Questo quadro desolante della situazione delle infrastrutture a Firenze pare lo specchio non solo delle grandi opere inutili, ma anche della situazione politica in cui la cialtroneria pare far da padrona. Se da una parte le Ferrovie dello Stato e il Governo non riescono a dire nemmeno uno “stop”, dall'altra le più vecchie posizioni intransigenti a favore del progetto (soprattutto la Giunta Regionale) stanno farneticando di tunnel da disseminare non si sa bene dove sotto la città, ripetendo lo stanco mantra dell'importanza del trasporto regionale, nascondendo però che si sono persi 20 anni e gettati nel fango quasi 800 milioni di euro, il tutto per finanziare le “imprese amiche” che fin'ora hanno lavorato nel cantiere.

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